lunedì 25 agosto 2008

Luci e ombre


Le vacanze sono state bellissime e ormai è quasi un mese che non ci vediamo o sentiamo. Tu sai quando tornavo e ripartivo mentre io non sapevo granché di te. Ora sono sicuro che sei tornata e entrambi siamo in questa città che si sta lentamente popolando, ma nessuno dei due fa il primo passo per chiamare, per farsi vivo.
Quand'ero via sono stato bene, ovviamente mi capitava di pensare a te qualche volta ma la tua immagine era sbiadita e non mi faceva soffrire. Quest'ultima settimana mi sono sforzato a non pensarti via con il tuo ragazzo (la vostra prima vera vacanza "soli") e credo di essere stato bravo a non farmi male. In questi tre giorni passati si sono amplificate le mie incertezze, tutto è incominciato varcando la porta di casa e rientrando nella routine quotidiana.
Ora mi sento un po confuso, sento il bisogno di vederti e passare finalmente un po di tempo con te ma sento anche che sia giusto non vederti. In un certo senso mi sembra che la mia situazione sia migliorata e ho paura che vedendoti di nuovo e insieme con lui possa farmi sprofondare nuovamente.
A volte mi capita di chiamarmi per nome (spero di non diventare matto) quasi per scuotermi da un pensiero e svegliarmi per aprire gli occhi sul presente; mi richiamo per essere ben collegato alla vita che scorre e uscire dal limbo che mi disorienta e mi intorpidisce. A volte penso di essere diventato freddo e insensibile, sento che imponendomi di non amarti perda qualcosa di me per strada. Sono convinto che non sarai l'ultima persona che ho amato veramente e questo mi da sollievo, deve essere per forza così.
Adesso non ho una gran spinta di riallacciare la nostra amicizia, è come se avessi paura di riaccendere l'interruttore e fare luce su di noi per riscoprire come sei bella e quanto ti voglio bene; vorrei svitare un po la lampandina in modo da prevenire un tuo intervento e magari riavvitarla più avanti quando sarà il momento.